venerdì 16 novembre 2012

Il mio cervello NON è in avaria e funziona!

Ne consegue che provo fastidio verso quasi tutto il materiale organico e non che mi circonda.
Diamine!

sabato 10 novembre 2012

Dei "deliri" e delle pene di una studentaria universitessa stressata

Piccola premessa:
questo intervento nasce dalla frustrazione derivata da una serie di corsi inutili, dalla presenza di docenti incompetenti e  dalla convivenza - forzata- con "studenti" che sono messi li a scaldare la sedia per avere il voto e il pezzo di carta (gente che reputo uno spreco di epitelio) e con il cui cervello non ci si riempie un portauovo. Tenetelo bene a mente!!!

Ammetto di essermi iscritta all'Università nel lontano 2007, quando ero una giuovine, spensierata ed ingenua fanciulla neodiplomata, ANCHE con l'intento di poter trovare in futuro un miglior posto di lavoro ma il primo dei miei scopi, era quello di poter studiare e di poter ricevere un'istruzione di tipo diverso, di livello più alto e che potesse fornire un numero ed una qualità maggiore di competenze e di conoscenze dell'istruzione obbligatoria,confidando nel diverso e migliore metodo di insegnamento e nell'indirizzamento volto alla ricerca che quest'istituzione ha come basamento (quanti paroloni! Si vede che ci sono rimasta male, eh?)
Ebbene, dopo essermi accorta di aver costruito castelli in aria sulle università, dopo essermi scontrata (leggasi scannata) duramente con i docenti che erano convinti di detenere il potere e lo strapotere di fare i propri comodi -ed in effetti è così, diamine- o di bocciarmi o di affibiarmi un voto molto inferiore a quello meritato, non rimpiango assolutamente la mia scelta e tuttora continuo a studiare. Per l'amore di farlo. E come l'ho fatto io, lo hanno fatto anche molti altri, spero.
Quando la gentaglia che popola il cortile dell'ateneo  parla tra una sigaretta e l'altra di scendere a compromessi, della paura di andare fuori corso e della "dittatura degli esami" non so mai cosa pensare ( a parte tirar fuori un kalashnikov da non so dove e sterminarli tutti): mi sembra una lunga serie di luoghi comuni, detti da chi di studiare si è stancato. Perchè fuori corso ci si va se non si fa niente tutto il giorno, se non si è disposti a fare dei sacrifici (per esempio facendo coincidere lavoro e studio), se la facoltà alla quale ci si è iscritti non è quella adatta, o se si hanno problemi (ma in quel caso non è mica una colpa andare fuori corso!). E poi perchè "dittatura degli esami"? Se non erro, un esame è semplicemente una prova per valutare -si presume da qualcuno che sia in grado di farlo - e per dimostrare di aver acquisito le conoscenze e le competenze previste dal corso. Se ci si presenta è perchè si è preparati (e ovviamente non intendo includere nel discorso quegli studenti che si presentano con la classica frase "mah, io lo tento e vediamo come va", perchè con questo atteggiamento all'80% delle probabilità si viene rimandati con cognizione di causa) e se si viene rimandati ingiustamente o si viene promossi con un voto troppo basso rispetto a quanto meritato bisogna mettersi a discutere col docente fino allo sfinimento e farsi valere, visto che le tasse che lo studente paga non sono proprio poche. In definitiva, fattori che dipendono unicamente dallo studente. Quindi se la gentaglia ha tutte queste "ansie", credo si tratti di immaturità e di mancanza di passione verso la materia oggetto dei propri studi. E' ovvio che se una cosa piace la si fa meglio e la facoltà la si sceglie da soli.

Senza contare tutte quegli esami a cui ho assistito dove i voti venivano dati a chi "sorrideva" di più. Diamine, non mi meraviglio dell'intasamento da incompetenti in corso! Se ti danno un 28 a inglese e poi non sai metterne 2 parole in fila c'è poco di cui vantarsi!
E' vero, è possibile e fattibile studiare per conto proprio e non pagare fior fiori di soldi in tasse, ma siamo tutti in grado di farlo? 



*bhuahuahuahuahuhauhauahuahuhauhauhaua
La scelta di un volume piuttosto che un altro e l'affidabilità di ciò che questi affermano deve essere attentamente valutata e non tutti sono in grado di farlo da soli, nonostante mi sia capitato spesso di procurarmi dei libri insoddisfacenti poichè previsti per la bibliografia dell'esame o perchè scritti dal professore. Per quel che riguarda il web, ovviamente ritengo internet una fonte inesauribile di risorse e risposte - sarebbe da sciocchi affermare il contrario- , è bellissimo il fatto che sia libera e alla portata di tutti e me ne avvalgo spessissimo, ma bisogna guardare anche l'altro lato della medaglia: CHIUNQUE può affermare ciò che vuole (per divagare un attimino, molti dei commenti ai suoi video, che toccano tematiche serie, sono assolutamente inutili, proprio perchè TUTTI, anche chi non ne ha le capacità, si sentono in diritto - avendo una connessione a internet - di poter dire la propria) e sono molti gli sprovveduti che prendono per oro colato affermazioni che sono in realtà ridicole e figuriamoci quanti saranno quelli che si prendono la briga di confrontare le bibliografie di riferimento (se vengono citate) o di controllare chi sia l'autore del testo. Un docente universitario rimane comunque "una guida" che ne sa sicuramente di più di un diplomato fresco di liceo. Che il docente sia bravo e preparato è un discorso a parte.
Ecco! Dove sono finiti i docenti bravi e preparati in grado di insegnarti qualcosa, che non stanno li a scaldare la cattedra con programmi insulsi, non all'altezza delle tasse che uno studente paga, che reiterano all'infinito, per anni e anni, la stessa insipida minestra che nulla ha a che vedere con il corso di laurea? DOVE SONO??? DOVE SIETE FINITI??? Dove sono i docenti che hanno a cuore la propria professione e si preoccupano del futuro degli studenti? Aspetta... Esistono ancora???

Infine, sperando di non scadere nel banale, mi sento in dovere di affermare  che quello che manca non è il numero di laureati ma la facilità con la quale la laurea si concede, e di imbecilli laureati ne conosco a bizzeffe. Tanti. TROPPI!
Ecco, quello che manca al sistema universitario italiano è la motivazione e l'amore per lo studio e per la conoscenza: chiunque può laurearsi ma quanti sono quelli che ci mettono passione e devozione in ciò che fanno? Quanti sono quelli che imparano a memoria un argomento, un libro, persino la tesi di laurea? Purtroppo, con l'allargamento del numero delle persone a cui è possibile l'accesso alle università, si è inevitabilmente andati incontro alla mediocrità di queste, poichè il fine ultimo non è più la conoscenza ma l'ACQUISTO della pergamena di laurea. E' questa mercificazione della conoscenza, a parer mio, uno dei più grandi peccati che si possa commettere, a favore dell'Idiocrazia.
Anche per stasera, mi sono dilungata abbastanza.
Adieu!

sabato 29 settembre 2012

La storia del passato, ormai ce l'ha insegnato, che il popolo AFFAMATO fa la rivoluzion!

Sarà perchè era ora di pranzo, ma sono giunti alla mia memoria i versi della nota canzone.
Tuttavia non è stato proprio l'appetito a stimolare tali ricordi. Anzi. E' stato qualcosa di molto poco piacevole, ma saltando i preamboli giungiamo subito al punto.
Premetto che sono favorevole all'acquisto di tecnologia, poichè con l'atto di acquisto si dovrebbe incrementare il potenziale di sviluppo e di ricerca, tuttavia mi vergogno. Mi vergogno profondamente e il senso di amarezza e di frustrazione ha raggiunto livelli macroscopici alla vista di queste immagini e di queste altre che in me hanno suscitato un solo pensiero...


"Vi odio tutti a morte! Vi odio con tutta la forza del mio essere"


Ora, potrebbero sorgere vari interrogativi e commenti su questo intervento come per esempio:
- ma a te cosa importa di quel che ci fanno coi loro soldi?
- vengono ad obbligarti a comprarlo?
- ognuno fa quel che vuole
e così via, così discorrendo.
Bene. Al punto numero 1 rispondo ASSOLUTAMENTE NIENTE, al numero 2 dico DEVONO SOLO PROVARCI e darò loro una "lavata di capo senza precedenti" e al terzo... sospiro. Il punto non è l'azione in se, il fatto di voler comprare un aggeggio tecnologico (del quale, penso si sia capito, non me ne frega assolutamente nulla). Il problema per me e ripeto, PER ME, è un altro.
Si è davvero così ingenui da credere che ognuno sia libero? Che ognuno possa fare quel che più gli aggrada?

* sonore e grasse risate di sottofondo

Miei cari amici, credo che la libertà di scelta sia una chimera, un'utopia per molte, moltissime persone. Pensateci un attimo: se queste persone non fossero state sottoposte alla rimbombante campagna mediatica, si sarebbero avventurate alle 3 del mattino in coda davanti un negozio dove ti propongono un prodotto si, di ottima qualità, ma diciamocelo chiaro... Io per quella cifra vorrei un telefono con tutte le nicchennacchere possibili ed immaginabili, che mi porti a lavoro e mi faccia il caffè e i biscottini! E che mi legga le favole prima di addormentarmi, ecco!
Tornando seri, quel che mi chiedo è questo: un prodotto come quello, che è comunque un prodotto di ottima qualità (ma che a parer mio ha un costo troppo, davvero troppo elevato rispetto al prezzo di mercato),  viene offerto a molto meno e con più vantaggi da altre aziende ma  perchè le persone comprano quello e non un altro?
Perchè così è stato detto loro di fare! Per ottenere uno status, essere Qualcuno, vivere felice e contento DEVI aver bisogno di QUESTO congegno. E le persone abboccano! Si fanno abbindolare da una serie reiterata di messaggi che man mano ti convincono di avere BISOGNO, BISOGNO, BISOGNO di determinati oggetti per essere felici e migliorare la propria vita (tutto ciò mi ricorda tanto la strategia adottata da qualcuno nei lontani anni '30.. "Fortunatamente" gli obiettivi e le conseguenze -almeno credo/spero - sono diversi).
E' questo che mi fa ribollire il sangue! La massa! La massa! LA MASSA!
E no, non sto parlando di quella che mi si accumula sui fianchi quando mangio troppe verdure in tempura o di quella inesistente sui miei bicipiti.
L'imperativo non-kantiano che ti ordina di credere di volere qualcosa di cui in realtà non si ha assolutamente bisogno! E' un "plus" che  potrebbe aiutarti, ma, diamine! Campo perfettamente anche senza! E invece NO! Io, che non ho l'ultimo gingillino all'ultimo grido, non sono NESSUNO! Io non sono nessuno perchè non abbocco alla logica del CONSUMISMO!
E poi, quelle persone in coda... Come si sentono FIERE, proprio ORGOGLIOSE di star li a beccarsi il freddo! Mamma mia, neanche avessero trovato una cura per la distrofia muscolare!
Sono allibita. Allibita e amareggiata. Dal mio punto di vista non sono queste le cose di cui essere orgogliosi, non sono queste le cose di cui andar fieri, non sono queste le cose che ti rendono Qualcuno.
Il dilagare della Massa in senso lato è per me un problema enorme e con Massa intendo mediocrità. Una mediocrità che investe tutto: abbiamo prodotti mediocri, istruzione mediocre, obiettivi ed ideali mediocri.
Il massimo a cui aspira un cittadino medio è il giochino nuovo che fa bip-bip! 
E il resto?
Ultimamente ho visto un film che mi ha fatto riflettere molto. Si chiama "Idiocracy" e nonostante sia una commedia mi ha fatto pensare che, nonostante le dosi di sarcasmo, di humor nero e di esagerazione siano elevate come le calorie in una barretta di Mars e io ci abbia visto con la mia mente distorta Il Trionfo dell'Homo Medius - *nannannannaaaaaaah, la trama sia VEROSIMILE!
Una repubblica di TOTALI IMBECILLI! E no, non mi riferisco all'Itaglia. Se l'obiettivo di una persona media, anzi mi correggo, se la missione vitale di un uomo/donna medio/a  è quella di apparire irresistibilmente figo/a perchè hai l'i-phone 5 (o perchè hai comprato l'ultimo paio di occhiali D&G o che so io) e non perchè puoi formulare un pensiero che sia TUO su tematiche appena un po' più serie, allora siamo davvero in un mare di letame e l'avvento dell'Idiocrazia non è poi così remoto o fantascientifico.
Per concludere, il titolo di questo intervento si riferisce a questo: noi, cittadini del ceto medio-alto/medio-basso ( e stavolta non faccio riferimenti alle persone mediocri... forse!) dobbiamo veramente farci ridurre alla fame per scardinare questo sistema malato che ti obbliga a CONSUMARE senza nemmeno averne la consapevolezza?
Secondo me, non basterebbe nemmeno quello. L'importante è sapere chi è l'ultimo toy-boy di Belèn o se l'Inter ha pareggiato. Vero?


mercoledì 26 settembre 2012

3 years ago... Warszawa

C'era una volta...
Ok torniamo seri. Mi sono appena ricordata che oggi (in realtà il 15 Settembre 2009, ma visto che fu in questo giorno che andai ad abitare nel mio allora appartamento, facciamo che inizia oggi, ok?) partiva la mia esperienza in questa bellissima città che è Varsavia, che fu fondata nel.... No, aspè!
Sentite, se volete le nozioni storiche, economiche e sociologiche su questa città andate su Wikipedia è_é. Io qui vi mostro solo quel che questa città mi ha lasciato in un anno di permanenza. E, chiaramente, vi consiglio di andarci senza ombra di dubbio alcuno! Come potete vedere dalle immagini, il cibo è squisito, la città incantevole, la birra è buona e... NO, la simpatica coniglietta non è inclusa nel pacchetto offerto dalla nostra agenzia di viaggi! Enjoy these pictures ;) !!



Prima o poi devo ricordare di andare a riprendere  l'atrio e il ventricolo sinistro che ho lasciato in Ulica Pańska 64. 

































C'era una volta...

Una persona.
Aveva le spalle curve.
I capelli scompigliati.

Lo sguardo chino.
Un cappotto nero. Logoro.
C'era una volta 

una persona.


Oggi mi sento nostalgica. Colpa del vecchiume.

giovedì 13 settembre 2012

E' ARRIVATA!!!

Love it *_*





Volevo condividere questo momento di felicità con voi. Ora potrò dedicarmi SERIAMENTE alla nobile arte del cosplay!
sul volantino però era azzurra ._.

domenica 9 settembre 2012

Piccolo spaccato della società moderna media.




Dopo aver vagolato tutta la mattina senza meta dedicandomi alla nobile arte del cazzeggio su Youtube, mi sono imbattuta in questo simpatico video che vorrei proporvi:



Fa riflettere, nevvero? Ah, la saggezza insita nell'animazione di fine anni '90!
Vorrei farlo, ma non mi lancerò sulla solita, trita e ritrita camionata di disprezzo contro la società media che si fa abbindolare dal parolame di chi si fa scrivere i discorsi pubblici da un apposito e selezionatissimo insieme di scienziati della comunicazione, psicologi ed esperti di marketing i quali passano anni della loro vita a studiare il modo migliore per spennare i poveri polli.senza venire sgamati. Già, i poveri polli che vogliono solo promesse e sorrisi e una costruzione ben fatta di periodi che non parlano neppure del meteo.... OPS, LO STO FACENDO!
L'importante è promettere aria fritta con un delizioso contorno di sorrisi e una speciale salsa alla fregatura, poichè il popolino vuole questo: rimanere nel limbo dell'ignoranza e della disinformazione lasciandosi fregare da chi vuole che rimanga così!
Società di massa, AI LOV IU.

mercoledì 5 settembre 2012

Apriamo il blog con qualcosa di leggero....



Ho iniziato a gennaio ed ho da poco meno di un mese finito di leggere le 3 maggiori opere di J.R.R. Tolkien., "Il Silmarillion", "lo Hobbit" e "il Signore degli Anelli" e il postumo "I figli di Húrin" e il mio commento è semplicemente "WOW!!!!".

Diamine! Non trascenderò in noiose analisi del testo, né evidenzierò i temi principali dei quattro romanzi: sono queste cose che verranno fuori da se dopo la lettura delle opere, che consiglio vivamente a tutti.
Ciò che i romanzi in questione mi hanno trasmesso è stato innanzitutto un delirio di onnipotenza spropositato!
Perché?
Ci si chiede anche il  perché???
Andiamo con ordine. nel Silmarillion appare TUTTO: la creazione dell'Universo, la nascita di ciò che di bello c'è, il male più assoluto (ebbene si, Melkor-Morgoth fa sembrare il più noto Sauron un gattino bagnato) che riesce a sconvolgere persino la geografia dell'universo conosciuto, palazzi straordinari scavati nelle montagne brillanti di luci e di sapienza artigiana che avrebbero fatto invidia alle più maestose delle nostre cattedrali o dei nostri castelli, guerre grandiose in cui splendidi elfi e uomini coraggiosi si alleano in una lotta disperata, i nomi stessi dei luoghi e dei protagonisti sembrano trascinarti in un universo distantissimo eppure così vicino. Eru - Iluvatar crea il mondo e i Valar, che parlano con la musica, che si nasconde in tutto ciò che vive: nel fruscio del vento tra le foglie, nel volo di un uccello o della pioggia che cade Alla fine del libro mi è sembrato di dover salutare un caro amico :'), poiché in esso vi è qualcosa che si può paragonare all'innocenza di chi per la prima volta scopre il mondo e il suo splendore nascosto nelle cose più piccole, che ai nostri occhi frenetici di cittadini del 2012 sfuggono. Altro "dettaglio" fondamentale a parer mio è stato il genio di Tolkien nel creare  vere e proprie famiglie linguistiche per ogni razza, ognuna con la sua grammatica, la sua morfologia e la sua sintassi e in alcuni casi persino la propria letteratura. Credetemi se vi dico che leggendo quest'opera vi ritroverete in un altro mondo così simile eppure così diverso.
La storia dei figli di Húrin merita davvero un libro a parte. E' una storia molto triste, epica e allo stesso tempo travagliatissima in cui si mischiano inganni, incesti, draghi e torture psicologiche da far invidia alle ambientazioni più distopiche che si possano concepire. In pratica padre e figli sono i personaggi letterari con più sfiga in assoluto che io abbia mai incontrato e tutto perché Húrin non ha voluto dare il contentino al Signore Oscuro, il quale nel suo immenso sadismo decise che non solo lui, ma l'intera progenie e moglie al seguito avrebbe pagato l'affronto. I metodi con i quali Morgoth si sollazzò li lascio scoprire a voi. Il delirio di onnipotenza continua proprio a causa della figura di Túrin Turambar figlio di Húrin, e della sua disperazione più totale (e di disgrazie gliene sono capitate molte, eh!) che tuttavia non gli impedisce di essere "Turambar" (letteralmente "padrone del destino") fino alla fine dell'opera.
Queste due sono le opere meno conosciute dello scrittore, anche perché pubblicate postume ma a mio parere sono molto più belle ed intense delle altre due, più note.
Su Lo Hobbit  e sul Signore degli anelli rimane poco da informare, dato che entrambe le opere sono ben conosciute ai più grazie alle opere cinematografiche e videoludiche.
Ciò che più mi ha colpito de Lo Hobbit è stato lo sradicamento che questo povero esserino panciuto e pacioccone ha dovuto subire repentinamente, lui che era abituato alla vita semplice e tranquilla di chi fa sei o sette pasti al giorno e riempie per benino un panciotto dai bottoni d'ottone (o erano d'oro? Non ricordo!). Ma come si suol dire "la necessità aguzza l'ingegno" e il nostro piccolo mezzuomo pasciuto oltre a diminuire considerevolmente di peso (secondo gli standard di uno hobbit, eh!) si è trovato ad affrontare troll, orchetti, Gollum e i suoi indovinelli e infine niente poco di meno che il Drago Smaug, riuscendo a beffare tutti grazie alla millenaria arte della "o la va o la spacca" e una grossa dose di fortuna!
Non so se sia davvero così o se sia stato nelle intenzioni dell'autore, ma ho notato una profonda crescita in questo esserino allegro e spensierato all'inizio. La quest alla ricerca del tesoro di Erebor e lo scontro con Smaug, non è altro che una chiara metafora del suo cammino da pauroso abitante di un buco a una sorta di eroe e ciò sia per salvarsi la pelle che per guadagnarsi il rispetto dei compagni nani, i quali non avevano molta fiducia in lui all'inizio della storia. Scorgo inoltre un riferimento ed un rimando alla situazione storica che l'autore visse durante quegli anni: la Prima Guerra Mondiale, in occasione della quale anche il più sempliciotto dei contadini poteva rivelarsi un eroe, proprio com'è accaduto al nostro Bilbo.
Che dire infine sul Signore degli Anelli?
Il delirio di onnipotenza qui tocca vette indescrivibili, tra fughe rocambolesche da spettri viventi, foreste antiche come il mondo che risucchiano i poveri protagonisti in oscuri meandri, lo scontro tra i due Istari Saruman e Gandalf, paesaggi ostili nei quali la natura stessa (in realtà quel pessimo stratega di Sauron) sembra osteggiare i nostri eroi, la battaglia epocale contro il mostruoso sopravvissuto di un'altra era (Il Balrog), la marcia degli Ent e della Natura contro quella Tecnologia che rovina il mondo anzichè migliorarlo, la delicatezza del mondo di Lothlorien e di Gran Burrone, gli epici scontri degli Eorlingas di Rohan, la valle dei morti, la pazzia e gli inganni , il tutto in un turbinio di luoghi, azioni e personaggi senza che tuttavia ci si dimentichi dei due hobbit Frodo e Samvise, ai quali spettava la parte meno spettacolare nel romanzo, ma di certo la più importante: è da non dimenticare infatti, che l'Anello ebbe una volontà propria, in grado di irretire, indebolire e soggiogare. Chissà perché Tolkien scelse non un Elfo, non un Uomo, non un Nano ma tra tutti i popoli delle razze libere della Terra di Mezzo elesse un MEZZUOMO. Forse perché colui che è "uomo a metà" è riuscito ad incarnare nell'opera ciò che di buono hanno gli uomini, attutendone le imperfezioni e smussandone gli spigoli. Ma queste sono solo elucubrazioni personali. Ognuno dovrà farsi una propria opinione leggendo il volume.

Alla fine della lettura delle opere ho provato accanto al senso di onnipotenza (mi ripeto, scusatemi!) anche una grandissima nostalgia.
Nostalgia di grandi battaglie e grandi vittorie. Nostalgia di grandi spazi senza confini, certamente non privi di pericolo, ma che consentono di mettersi realmente alla prova nella costante ricerca di qualcosa di supremo. Nostalgia dell'epos. Del mito e del mitico: cose che al nostro tempo fatto di iper-velocità nel quale non si ha il tempo di pensare, mancano. Non abbiamo più il tempo di sognare e di narrare, di raccontare e di sperare. Non starò qui a sottolineare i vari rimandi religiosi e/o politici individuati dalla critica: ciò non mi interessa e non penso sia questa la sede per parlarne perché, come ho già detto e ridetto, ognuno di noi si formerà un'opinione propria leggendo.
Ed in ultimo, posto che una trasposizione cinematografica di un'opera del genere è veramente difficile, ci tengo a sottolineare che la versione cinematografica di Peter Jackson (non ho visto l'adattamento del 1978, ma provvederò) è ricca non solo di effetti speciali ma anche di strafalcioni che si potevano evitare.
Innanzitutto, che ne è di Tom Bombadil? Non so, ma l'idea di sostituirlo con l'eroico Aragorn a Tumulilande e di eliminare l'attraversamento della Vecchia Foresta mi è sembrata solo una trovata, tra l'altro mal riuscita della quale non sono riuscita ad individuarne lo scopo. E perché eliminare alla fine del terzo film la Battaglia di Lungacque? Che diamine, l'unica volta che sono gli hobbit ad avere un minimo di rilevanza tagliano tutto via???  E poi perché enfatizzare in quel modo il personaggio di Aragorn? Per non parlare del fatto di far passare Frodo come un ragazzino totalmente succube del potere dell'anello, ecc. ecc. ecc. .. Sono cose che sfuggono alla mia comprensione.
Ecco perché continuo a dirvi LEGGETE! Non c'è miglior sala cinematografica della nostra mente!
Al prossimo post.
Kantele

mercoledì 22 agosto 2012

IL RITORNO (o l'Avvento, che dir si voglia)

*Musica epica di sottofondo, grazie

Ehm,
come dire.... Ebbene si, riappaio dopo due anni di lontananza da tutto ciò che è telematico/virtuale/informatico/internetnautico, credo di aver superato la fase di disgusto verso il cyberspazio all'interno del quale chiunque possieda una connessione internet si senta in DIRITTO di poter dire la sua senza tuttavia averne le competenze e le capacità.
Perchè?
Perchè credo, finalmente, di aver trovato qualcosa da dire - a dire il vero, BEN PIU' di qualcosa - e perchè mi sono annoiata di restare con le mani in mano (si, mi è arrivata la tastiera per il pc nuova!!!).
A chi?
A chiunque abbia la voglia di seguire i deliri di Kantele: i post su questo blog toccheranno le tematiche più svariate e che più mi stanno a cuore, dalla letteratura passando per l'animazione e tanti altri argomenti che al momento non mi sovvengono, scusate.
Infine.... No, non ho voglia di presentarmi, di dire chi sono e cosa faccio nella vita, di cosa mi occupo o di cosa mi piaccia fare. Forse più avanti deciderò di fornire una descrizione dettagliata dei fatti miei.
Per cui,
spero di non annoiare il passante ignaro che si imbatterà nei dintorni.
Alla prossima,
Kantele